Wednesday, May 28, 2025
Large and Small Cities
Giacomo Leopardi (1798-1837), "Il Parini, ovvero della gloria," chap. 4, Operette Morali (tr. Giovanni Cecchetti):
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Besides, I do not know how one who lives in a large city, however warm-hearted and imaginative he may be, can receive any tender or generous feeling or any sublime or gracious image from the beauties of nature or literature unless, like yourself, one spends most of his time in solitude. For few things are so contrary to the state of mind that makes us able to enjoy such pleasures as conversations with those people, the clamor of those streets, or the spectacle of the empty magnificence, of the mental frivolity, of the perpetual falsehood, of the miserable occupations, and still more miserable idleness, which reign there. As to men of letters, I venture to say that those living in large cities are less suited to judge books than those living in small cities because in the large ones literature is false, empty, and superficial, just as the other things are mostly false and empty.
Chiunque poi vive in città grande, per molto che egli sia da natura caldo e svegliato di cuore e d'immaginativa, io non so (eccetto se, ad esempio tuo, non trapassa in solitudine il più del tempo) come possa mai ricevere dalle bellezze o della natura o delle lettere, alcun sentimento tenero o generoso, alcun' immagine sublime o leggiadra. Perciocché poche cose sono tanto contrarie a quello stato dell'animo che ci fa capaci di tali diletti, quanto la conversazione di questi uomini, lo strepito di questi luoghi, lo spettacolo della magnificenza vana, della leggerezza delle menti, della falsità perpetua, delle cure misere, e dell'ozio più misero, che vi regnano. Quanto al volgo dei letterati, sto per dire che quello delle città grandi sappia meno far giudizio dei libri, che non sa quello delle città piccole: perchè nelle grandi, come le altre cose sono per lo più false e vane, così la letteratura comunemente è falsa e vana, o superficiale.
