Sunday, October 16, 2016
Our Innate Misanthropy
Giacomo Leopardi (1798-1837), Zibaldone, tr. Kathleen Baldwin et al. (New York: Farrar, Straus and Giroux, 2013), p. 1078 (Z 2582-2583; July 25, 1822):
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The pleasure that we feel in Satire, in satiric comedy, in raillerie [banter], in gossip, etc., in either speaking it or hearing it, comes purely from the feeling or the conviction of superiority to others which is roused in us by those things, that is, in short, by our innate hatred of others, a consequence of self-love that causes us to take pleasure in the humiliation and debasement even of those who are in no way opposed or can be opposed to our self-love, our interests, etc., who have never harmed us, displeased us, brought us discomfort—and even of the human species itself, the humiliation of which, as it is mocked in comedies or satires, etc., in the abstract, and without specificity of real individuals, itself flatters our innate misanthropy. And I say innate because self-love, which is innate, cannot exist without it.
Il piacere che noi proviamo della Satira, della commedia satirica, della raillerie, della maldicenza ec. o nel farla o nel sentirla, non viene da altro se non dal sentimento o dall'opinione della nostra superiorità sopra gli altri, che si desta in noi per le dette cose, cioè in somma dall'odio nostro innato verso gli altri, conseguenza dell'amor proprio che ci fa compiacere dello scorno e dell'abbassamento anche di quelli che in niun modo si sono opposti o si possono opporre al nostro amor proprio, a' nostri interessi ec., che niun danno, niun dispiacere, niuno incomodo ci hanno mai recato, e fino anche della stessa specie umana; l'abbassamento della quale, derisa nelle commedie o nelle satire ec. in astratto, e senza specificazione d'individui reali, lusinga esso medesimo la nostra innata misantropia. E dico innata, perché l'amor proprio, ch'è innato, non può star senza di lei.