Sunday, June 16, 2024

 

Raison d'Être

Juvenal 11.11 (tr. Susanna Morton Braund):
Their only reason for living lies in gourmandise.

... in solo vivendi causa palato est.

versum secl. Willis ("versus glossatoris ingenium sapit")
Francesco Bracci ad loc.:
L’accusa di vivere al solo scopo di mangiare è diffusa nella letteratura filosofica e moralistica; fra i tanti esempi si possono citare i proemi di entrambe le monografie sallustiane (Cat. 2, 8; Iug. 2, 4), Demostene, De cor. 296 ἄνθρωποι μιαροὶ καὶ κόλακες καὶ ἀλάστορες... τῇ γαστρὶ μετροῦντες καὶ τοῖς αἰσχίστοις τὴν εὐδαιμονίαν; Senofonte, Mem. 1, 6, 8; Cic. Fin. 2, 40 ad pastum et procreandi voluptatem; Red. Sen. 13 e 55; Sen. Ep. 55, 5 ille sibi non vivit, sed, quod est turpissimum, ventri, somno, libidini; Dial. 10, 7, 1; altri esempi in Otto 1890, edere. In molti dei passi citati la gola è associata spesso al sonno e alla libidine sessuale, ma nella nostra satira, conformemente al tema, la critica è rivolta esclusivamente contro il lusso della tavola. Anche la scelta di palatum per indicare metonimicamente il peccato di gola (invece del più frequente venter) è funzionale a una critica che colpisce specificamente la ricerca di raffinatezze culinarie; palatum si trova spesso in contesti analoghi (il palato come oggetto di una stimolazione artificiale al fine di provare piacere); cfr. 10, 203-4 non eadem vini atque cibi torpente palato/ gaudia; Var. Men. 549 Astbury2 multinummus piscis… quivit palatum suscitare; Sen. Ben. 4, 6, 3 unde ista palatum tuum saporibus exquisitis ultra satietatem lacessentia?; altri esempi in TLL, 110, 65-111, 10.
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