Sunday, November 22, 2009
When Sorrow Lays Us Low
Jorge Borges, Shinto (tr. Hoyt Rogers):
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When sorrow lays us lowRelated posts:
for a second we are saved
by humble windfalls
of mindfulness or memory:
the taste of a fruit, the taste of water,
that face given back to us by a dream,
the first jasmine of November,
the endless yearning of the compass,
a book we thought was lost,
the throb of a hexameter,
the slight key that opens a house to us,
the smell of a library, or of sandalwood,
the former name of a street,
the colors of a map,
an unforeseen etymology,
the smoothness of a filed fingernail,
the date we were looking for,
the twelve dark bell-strokes, tolling as we count,
a sudden physical pain.
Eight million Shinto deities
travel secretly throughout the earth.
Those modest gods touch us
touch us and move on.
Quando ci annichilisce la sfortuna,
in un momento ci salvano
le minime avventure
dell'attenzione o della memoria:
il sapore di un frutto, il sapore dell'acqua,
quel volto che un sogno ci riporta,
i primi gelsomini di novembre,
l'anelito infinito della bussola,
un libro che credevamo smarrito,
il ritmo di un esametro,
la piccola chiave che ci apre una casa,
l'odore di una biblioteca o del sandalo,
il nome antico di una strada,
i colori di una mappa,
una etimologia imprevista,
la levigatezza dell'unghia limata,
la data che cercavamo,
contare i dodici ritocchi oscuri,
un brusco dolore fisico.
Sono otto milioni le divinità dello Shinto
che viaggiano per la terra, segrete.
Queste semplici divinità ci toccano,
ci toccano e ci lasciano.